1866-1879: ampliamenti ed ospiti illustri - Archivio storico Grand Hôtel des Iles Borromées - Stresa (VB)

L'Archivio storico del
Grand Hôtel des Iles
Borromées
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1866-1879: ampliamenti ed ospiti illustri

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Ampliamenti ed ospiti illustri

 
Il 31 marzo 1866 avvenne il secondo ampliamento dell'albergo, come certifica l'articolo de “La Vedetta”: «quest'albergo – Isole Borromee – fu ampliato sensibilmente ed abbellito. Nella settimana albergò il Principe e la Principessa Galizia et Suite e il Vescovo di Bishop-Nixon d'Inghilterra».
Nel 1868 l'edificio venne ingrandito per la terza volta in cinque anni, con la costruzione di una nuova ala.  



Quell'anno, gli Omarini intrapresero infatti una ristrutturazione e ampliamento, non riuscendo a ospitare tutti i clienti;
sempre nel 1868, sulla destra dell’albergo, venne aperto il primo ufficio telegrafico della zona.



Altre due immagini a colori, datate rispettivamente 1868 e 1884 e conservate anch'esse al Museo del Paesaggio di Verbania, mostrano i cambiamenti avvenuti in quel periodo.  



Il Grand Hôtel des Iles Borromées, come abbiamo visto, era inizialmente gestito dagli Omarini e da Giorgio Seyschab, un abile operatore del settore che i cinque fratelli avevano conosciuto a Firenze, dove svolgeva la funzione di segretario di albergo.
L'imprenditore alberghiero, nato a Lohe, cittadina tedesca a nord di Amburgo il 4 maggio 1829 e morto a Pallanza l'8 aprile 1897, sulla rivista “La Vedetta” del 9 dicembre 1898 e del 1 ottobre 1899, veniva indicato come «Economo dell'ultimo elettore sovrano d'Assia-Kassel (o di Baviera); dopo un violento litigio con il re lasciò la Germania e si trasferì sul lago Maggiore, dove insieme ai fratelli Omarini fece costruire l'Hôtel Des Îles Borromées, che per quasi sette anni gestì insieme agli Omarini».



Nel 1869 si stabilì a Pallanza dove alle pendici del promontorio della Castagnola realizzò su progetto dell'ingegner Pompeo Azari il Grande Albergo Pallanza, inaugurato nel 1870, ma Seyschab era anche proprietario di alcune ville e di appezzamenti di terreno sulla Castagnola.
Ritorniamo sulle vicende societarie del Borromées: l'8 gennaio 1870 la “Gazzetta Piemontese”, fondata tre anni prima a Torino (9-02-1867), pubblicò la seguente notizia: «Scioglimento di società. Li sigg.Omarini Carlo e Giuseppe del fu Carlo dell'isola Bella, notificano per ogni effetto di ragione, che la società collettiva già costituitasi tra essi e il sig. Leyschab (Seyschab - sic) Giovanni Giorgio, colla scrittura 3 novembre 1862, autentica notaio Lamberti di Stresa, per l'esercizio del Grande Albergo in Stresa sotto l'insegna di Albergo delle Isole Borromeo, venne con atto 4 ottobre 1869 per l'usciere E.Marchetti, risolta in via di recesso a sensi dello articolo 52 del codice di commercio Albertino, in mancanza delle formalità prescritte dall'art.51 dello stesso codice. Pallanza, 5 gennaio 1870. Avv. Poroli p.c.».



Stresa, dove la diligenza si fermava ancora di fronte all'Hôtel Royal della famiglia Bolongaro (che divenne anche sede del casinò municipale), progressivamente - dall'apertura della Regia strada del Sempione - era diventata per la sua posizione mèta obbligata per i passeggeri che desideravano ammirare il suggestivo Golfo e le isole Borromeo, tra cui l'isola Bella dove, verso la metà del XIX secolo, era consigliato l'Hôtel "du Dauphin” dei fratelli Omarini. Gli Omarini mantennero l'albergo per tanti anni, ma erano soltanto i gestori, anche se rappresentarono una pietra miliare nella secolare conduzione del Delfino; lo stabile, dopo la vendita perfezionata attorno alla prima metà dell'Ottocento, era pervenuto alla nobile famiglia Borromeo.  



Agli Omarini seguirono tanti altri gerenti; ricordiamo Odo Straub (la sua tomba è situata nel cimitero di Carciano), che purtroppo fu costretto a chiudere nel 1933 e Carlo Rampoldi, che gestì l’albergo sino al 1938, alle soglie della II Guerra Mondiale.
Ma ritorniamo alle nostre vicende...



Gli Omarini avevano comunque visto giusto, rischiando l’edificazione di un Grand Hôtel.
Infatti in quel periodo, a cavallo con la seconda metà del XIX secolo, il nome del Grand Hôtel et des Îles Borromées iniziava a essere segnalato su diverse guide turistiche italiane e straniere. A frequentare l'albergo erano turisti provenienti da tutta Europa, inglesi in gran parte, ma anche rappresentanti della nobiltà tedesca, slava, francese. Accanto agli aristocratici non mancavano tuttavia gli esponenti del mondo industriale o finanziario.  



Per gli ospiti, nulla era lasciato al caso; anche gli ambienti dovevano rivaleggiare con i più acclamati hotels europei. Così nel 1871 venne chiamato dalla famiglia Omarini il restauratore ed architetto Angelo Colla per decorare i saloni del Grand Hôtel et des Îles Borromées, con gessi ed elementi pittorici pre-liberty, come testimonia un suo scritto conservato alla Biblioteca Civica Negroni di Novara.
L'artista era nato a Milano il 2 gennaio 1827 da genitori provenienti da Gignese, e morì sempre nella città meneghina l'11 febbraio 1892.
L'incisione effettuata con un diamante da una nobildonna russa sui vetri di una delle finestre dell'albergo in un malinconico giorno di pioggia testimonia invece l'atmosfera romantica che si respirava nelle sale dell'albergo: «Alexandra, Grande Duchesse de toutes le Russies, née duchesse de Saxe, 1870-14-26 giugno».
Cinque anni più tardi venne imitata da Anna, principessa d'Assia e di Prussia. Sul Libro d'Oro si conservano ancora le preziose firme degli ospiti, insieme ad inconsueti disegni e dediche.  


A riprova della capacità imprenditoriale dei gestori vanno segnalati inoltre un elegante libretto pubblicato nel 1870 e anche un successivo libretto-omaggio che nel 1872 venne stampato e offerto agli ospiti, una piccola guida di sessanta pagine, scritta in francese da Antonio Omarini.


Il libretto, sulla cui copertina era stampato «Stresa - Lac Majeur – (Italie) Souvenir de l'Hôtel des Îles Borromées – Milan 1872», segnalava ed evidenziava le particolarità non solo della struttura alberghiera ma anche le attrattive dei luoghi ad essa circostanti, obbedendo a una concezione di promozione turistica che si sarebbe sviluppata soltanto in anni più vicini ai nostri e che privilegiava l'aspetto legato al binomio albergo-territorio.  



La guida, arricchita di cartine geografiche e pittoresche vedute, annotava che all'interno dell'hôtel aveva sede l'ufficio telegrafico pubblico, oltre che l'ufficio delle diligenze svizzere preposte al valico del Sempione, diligenze a due, tre e quattro cavalli, come veniva meticolosamente precisato. Altra curiosità segnalata era che il Des Îles poteva fornire buone guide oltre che asini e muli a chi avesse voluto cimentarsi in passeggiate in montagna. La vicinanza del Mottarone con lo splendido panorama visibile dalla sua cima iniziava a essere infatti una delle attrattive che Stresa offriva a coloro che soggiornavano in riva al lago.  



Riportava, tra le altre cose, il «regolamento pel servizio delle barche e gondole all'albergo delle isole Borromeo”:

1 - Tutti i barcajoli addetti al servizio dell'albergo delle Isole Borromeo dovranno osservare e attenersi scrupolosamente alla Tariffa e Regolamento adottati dai fratelli Omarini.
2 – Sarà obbligo dei barcajoli di tenere in bell'ordine e sotto l'Albergo non meno di sei barche, comprese quelle che fossero di servizio». Ad esempio, una gita all'isola Bella di tre ore, per visitare «Palais et Jardins, vue magnifique sur le lac et les montagnes» veniva effettuata da «un batelier» a Lire 3,50, mentre una visita alla statua di San Carlo Borromeo ad Arona, con «deux batelier» richiedeva Lire 12,00.



Sempre nel 1872 così annotava il sacerdote don Vincenzo De Vit, storico del Lago Maggiore, ribadendo il meritato successo del Des Iles Borromées.

«Piglierò le mosse da Stresa, dove ora mi trovo, rimettendo il resto al seguente capitolo. Può dirsi di questa senza tema di esagerazione, che dalla morte del Rosmini (1855) sino al dì d'oggi essa venne ognora crescendo a tale da poter ora competere con molte di quelle terre, che un tempo di gran lunga la superavano. In prova di ciò non abbiamo che a gettar l'occhio sia sull'interno del borgo, sia sull'esterno lungo la via del Sempione per rilevare conto in pochi anni siasi e abbellita e arricchita. Quivi le case, se non fabbricate dalle fondamenta, o molte sono tali, tutte al certo restaurate e ingentilite: quivi selciato le vie e di notte acconciamente illuminate: quivi negozii fioritissimi di ogni genere, e botteghe nobilmente tenute, quali di oggetti di mobilie e di vestiario, quali di commestibili e dì bevande anche di lusso; quivi un porto capace molte barche piccole e grandi, ed uno scalo comodissimo per approdo dei battelli a vapore, costrutto sino dal 1860; quivi finalmente più alberghi per ogni genere di forestieri e visitatori.



Il più antico albergo di Stresa e che per lunga serie di anni rimase anche il solo, era il Reale, tenuto oggidì dai fratelli Bolongaro, già di sopra ricordati, che fu recentemente restaurato e reso assai comodo e proprio: ma in questi ultimi anni più altri ne sorsero, quali l'Albergo di Milano e quello d'Italia, sostituito, non ha molto, a quello del Sempione, che più non sussiste. Sopra tutti però primeggia per ampiezza o magnificenza quello delle Isole Borromee, fornito di tutto ciò che può desiderare un viaggiatore qualsiasi. Fu edificato dai cinque fratelli Omarini sul disegno dell'architetto Antonio Polli in ottima posizione di fronte a Pallanza, nel sito chiamato vigna di riva, a mattina del così detto chioso o serraglio.
Gode di una vista incantevole estendendosi in lunghezza volta al Lago per oltre metri sessanta, con adiacenze e boschetti, viali, aiuole e giardini che occupano un area di 36 mila metri quadrati. Ha cento e ventotto stanze, senza le sale e i saloni, il bigliardo, il caffè e il gabinetto di lettura. Fu aperto l'anno 1862, terminato nel 1863; venne ristrutturato nel 1868, ed in breve acquistò tale fama da gareggiare per la frequenza de' forestieri coi più rinomati della Svizzera. Accanto ad esso è anche l'officio telegrafico, aperto in Stresa sino dal 1868, tenuto a principio dalla casa ducale, ma per uso anche pubblico, ed ora per conto di Antonio Omarini, unitamente ad un aiuto fiduciario, con orario completo di giorno.



Nè meno meritevole di elogio è lo stabilimento fotografico poco lungi da questo albergo verso il colle, da cui si gode di un ampio panorama. Fu espressamente fabbricato l'anno 1875 dal cav. Giuseppe Boggiani di Novara presso una sua villa già da lui edificata sulla sponda del Lago sino dall'anno 1874, in società col signor Carlo Bacmeister di Asslingen nel Würtemberg, chimico di professione, il quale nel breve tempo di sua esistenza ha dato prove non dubbie dello spirito di attività, da cui è diretto».

(Sopra: quadro di Guido Boggiani del lungolago originario di Stresa, con il Borromées edificato da poco).



Il lavoro per i fotografi professionisti non mancava; infatti gli ospiti illustri continuavano a raggiungere Stresa. La “Gazzetta Piemontese” pubblicata a Torino, anno VII, nel n.279 di giovedì 9 ottobre 1873, annotava che «I principi di Prussia, accompagnati dal Principe e dalla Principessa di Piemonte, si recarono stamane, con treno speciale, ad Arona, d'onde mossero per una escursione sul Lago Maggiore, sopra battello a vapore appositamente noleggiato. Una delle fermate sarà Stresa, dov'è la Duchessa di Genova. La principesca brigata passerà lì la notte, all'Hôtel Des Îles Borromées, e domani verrà a Milano».



Nella guida pubblicata nel 1872 e ristampata nel 1873, “Illustrazioni e ricordi del Lago Maggiore- Album descrittivo e pittorico per Luigi Boniforti – Milano, presso G.Brigola”, come enunciava la copertina del libretto, veniva indicato il nuovo albergo di Giorgio Seyshab, ex socio degli Omarini: «l'isolino di san Giovanni tocca pressochè l'opposta riva di Pallanza, e per poco si conserta col nuovo giardino e magnifico albergo che, appiè della Castagnola, fecevi di recente costrurre G.Seyshab, sotto nome di Grande Albergo Pallanza (oggi Majestic – ndr)». Per quanto riguardava invece l'isola Bella, il canonico Boniforti annotava che «oltre la famiglia Borromeo, che viene costantemente ad abitarvi ogni anno alla bella stagione, hannovi lor case circa 150 isolani; ed un modesto, ma assai pulito Albergo, condotto dai fratelli Omarini (i medesimi che posseggono il nuovo grandioso Hôtel et Pension des Îles a Stresa, offre ai frequenti visitatori bella comodità d'alloggio e ristoro...».

Ogni anno l’albergo migliorava i servizi per i suoi clienti, ed innumerevoli atti annotarono le varie fasi d’ampliamento della proprietà.
All'Archivio di Stato di Verbania una planimetria e un atto del 5 febbraio 1874, certificano la «vendita fatta dal Comune di Stresa alli Signori Carlo, Giuseppe, Giovanni, Luigi ed Antonio fratelli Omarini per L. 1750,00...», con soppressione di una strada comunale: «in territorio di Stresa, regione “Vigano”, presso l’Albergo delle Isole Borromee, della quale dai Fratelli Omarini si domanda la soppressione mediante cessione».
La planimetria venne sottoscritta in originale a Baveno il 29 novembre 1873. Rappresentava una splendida fotografia delle proprietà Omarini in quel momento. Il tratto di strada da sopprimere separava il corpo dell’Hôtel dalla Villa Omarini e dall’Ufficio Telegrafico. Tra le proprietà vicine s'identificava il Cantiere Fantoni, la Villa De Martini e la Villa Minola.

Ma ritorniamo al nostro atto: la ragione principale a sostegno della richiesta di sopprimere la strada, era la “recente” apertura di una nuova strada, «grandioso viale di metri dieci di larghezza che dalla Nazionale del Sempione mette a Gignese, intersecando la Strada Comunale di Campagna alla quale si andava pel chiesto sopprimendo tronco». Per la cessione della stradina venne offerta al Comune di Stresa la somma di Lire 1.500.
Sempre dall'Archivio di Stato di Verbania, veniamo a conoscenza di Atto del 30 maggio 1875, con richiesta di presa d’acqua potabile.
«Planimetria e sezioni delle Strade Comunali in territorio di Stresa, sotto le quali la Ditta F.lli Omarini chiede l’autorizzazione di immettere tubi per una fontana d’acqua potabile in servizio del suo Albergo», Baveno 22 ottobre 1874, Geom. Vogini.
In questa planimetria la strada comunale era scomparsa e l’articolazione degli edifici che costituivano l’Hôtel era decisamente aumentata, mentre la strada per Gignese veniva segnalata consortile (l'attuale via Principessa Margherita).
L’atto di concessione del Notaio Vitaliano Rabajoli, tra il Comune di Stresa e i fratelli Carlo, Giuseppe, Giovanni, Luigi e Antonio, è datato 30 maggio 1875 e prevedeva un versamento a titolo di indennizzo al Comune di L. 300.
Ma il barometro delle fortune turistiche stava volgendo al cattivo tempo.

Infatti il periodico “La Voce del Lago Maggiore” in un articolo pubblicato il 6 giugno 1877 iniziò a parlare di crisi industriale e calo del turismo: «dall'Inghilterra all'Italia i commercianti e fabbricati maggiori se ne risentono e, per la naturale catena che lega gli interessi umani, i commercianti e fabbricanti minori soffrono anch'essi le più gravi iatture. Le cagioni sono molteplici: la guerra, i cattivi raccolti, il soverchio della popolazione».
Oltre agli avvenimenti nazionali, una disastrosa alluvione aveva sconvolto nell’autunno del 1877 Gravellona Toce, con innumerevoli morti; anche in questo caso la solidarietà della famiglia Omarini non si fece attendere; il Borromées, tra proprietari, amici e clienti, raccolse la ragguardevole somma di Lire 166,00.
Fortunatamente, oltre alle notizie pessime, il periodico ricordava anche gli «abbellimenti – sappiamo che questa amministrazione comunale, oltre alle diverse opere di comodo e di abbellimento che apporta a questo Comune, intenderebbe pure introdurre la illuminazione a gaz per comodo di tutto l'abitato di Stresa», sostituendo così l'illuminazione a petrolio. Inoltre si parlava della realizzazione di un piccolo teatro, «che ridonderebbe di non poco vantaggio, e di lusso pel Stresa, non chè delle ville che lo circondano e così pure dei viciniori paesi di Baveno e Belgirate. Si approfitti dell'opportunità e non si lascino partire i signori Villeggianti...».

Non mancava inoltre una annotazione sul Borromées: «Ospiti Illustri – E' giunto fra noi, e prese alloggio all'albergo delle isole Borromee, il Generale Lamarmora, dove si fermerà qualche tempo; in detto albergo trovasi pure il Generale Morelli di Popoli, il quale è solito passarvi i mesi estivi, in questo Stresa luogo a cui dimostra speciale simpatia.
S.A.R. La Duchessa di Genova dicesi che verrà ad abitare questa sua deliziosa Villa il giorno 6 del prossimo mese di settembre, e che si fermerà sino ai primi di dicembre».



Ricordiamo che nel 1878 il figlio di Thomas Cook, Mr. John M.Cook, effettuò un viaggio ad Arona e Stresa, dove pernottò al Grand Hôtel per controllare la sua agenzia situata in uno chalet nel parco. Quella sera si fermò a discorrere amabilmente con gli ospiti, dispensando inoltre preziosi consigli ai fratelli Omarini, che ne furono onorati.

  

Questo è un fatto importante, perché testimonia che agli albori del turismo in Europa il Grand Hôtel Des Îles Borromées era già presente come struttura alberghiera ai primi posti, e caso più unico che raro, i famosi Cook avevano fissato un loro ufficio per prenotazioni e per garantire appoggio ai loro connazionali e ai turisti mondiali in visita al Lago Maggiore e alle isole Borromeo.


Il 16 settembre 1878 la “Gazzetta del Piemonte”, antesignana de “La Stampa”, riportava questo interessante articolo: «Da Stresa – lago Maggiore – ci scrivono: sapete che è corsa qui una gran buona nuova? Nientemeno che la Regina Margherita abbia intenzione di recarsi a passare alcuni giorni nella superba villeggiatura che ha in questo paese l'angusta di lei madre S.A.R. La Duchessa di Genova, per vivere alcuni giorni nella diletta compagnia della genitrice e del fratello, il principe Tommaso, che già da tempo trovasi qui. Tutti l'aspettano con tanto di desiderio, tanto di affetto, tanto di trasporto perché qui la popolazione è affezionatissima a quell'angelo di grazia, di bontà e di gentilezza, cui vide fin dai primi anni villeggiare in questi ameni luoghi. E intanto vi annunzio che qui abbiamo in questa stagione una grande accorrenza di viaggiatori tanto stranieri (principalmente americani) quanto nazionali.
Il Grand Hôtel des Îles Borromées, dei signori fratelli Omarini, vi è addirittura ingombro; e non mica di personaggi da poco. Volete che vi ricopii alcuni dei nomi più illustri della lista dei viaggiatori che vi hanno stanza? Credo che ne sarà soddisfatta la curiosità dei vostri lettori.“Comm.Nigra, ambasciatore d'Italia a Pietroburgo, conte d'Aste, ammiraglio; Generale Morelli di Popoli; S.E. Le prince Lottykoff de St-Petersbourg et suite; e diverse famiglie russe ed americane, specialmente di New York. Il tempo è bellissimo, e il lago è più stupendo che mai; e se voleste venirci a fare una visita, state sicuro che passereste delle belle giornate. Se la Regina viene, vi terrò informato con telegrammi».


Un articolo pubblicato sulla “Gazzetta del Piemonte” del 1879 annunciava invece visite reali sul lago Maggiore.
Il 26 aprile 1879 sempre la “Gazzetta del Piemonte” riportava l'arrivo della regina Vittoria d'Inghilterra a villa Henfrey-Branca, consigliando gli alberghi di Baveno, «per alloggiarvi i personaggi più importanti del seguito della Regina» e per i numerosi curiosi. «Questo amenissimo villaggio del lago Maggiore, da qui a quattro giorni, si può dire che sarà occupato militarmente dalla ricchissima colonia inglese. Questa considerazione, mi dà un po' il diritto di volgere un consiglio a quelli dei miei lettori che intendessero di approfittare di questa magnifica occasione per visitare questa parte del lago Maggiore.
Abbandonino l'idea di approdare a Baveno – che troverebbero tutto inglese – e scendano a Stresa.
In questo amenissimo villaggio lacuale, posto di fronte all'isola Bella, trovansi alberghi d'ogni fatta, e per ogni borsa, che pare non saranno invasi dagli Inglesi.
Principalissimo tra tutti è il magnifico Hôtel des Îles Borromées, di proprietà dei fratelli Omarini. Vi si sta all'inglese e si paga all'italiana. E non ho mai visto un albergo italiano tenuto con tanta proprietà e comfort veramente inglese come questo dei bravi fratelli Omarini.
Vista incantevole, spazio immenso, aria salubre: 128 stanze, senza le sale e i saloni: bigliardi, caffè, gabinetto di lettura; posta e telegrafo in casa. Insomma è un piccolo mondo, nel quale ognuno ha il suo chez-soi elegante e comodissimo.
Il fabbricato principale dell'Hôtel des Îles Borromées – costrutto appositamente 15 anni or sono - ha sessanta metri di lunghezza.
Le adiacenze, i boschetti, i viali, le aiuole ed i giardini occupano la rispettabilissima area di 36.000 metri quadrati.
Per chi discende a Stresa, inoltre, riesce facile ed ameno il recarsi a visitare la residenza reale di S.M. la Regina d'Inghilterra»

Anche il celebre filosofo tedesco Friedrich Wilhelm Nietzsche (Röcken, 15 ottobre 1844 – Weimar, 25 agosto 1900)  poeta, saggista, compositore e filologo, tra il 1880 e il 1883 transitò alcune volte da Stresa, nota per il suo clima salubre, fermandosi al Grand Hôtel, in viaggio tra l'Engadina (Sils Maria) e Nizza, annotando nel suo diario: «In the autumn of 1883 my brother left the Engadine for Germany and stayed there a few weeks. In the following winter, after wandering somewhat erratically through Stresa, Genoa, and Spezia, he landed in Nice, where the climate so happily promoted his creative powers that he wrote the third part of "Zarathustra"».

Il 19 febbraio 1883, data rilevabile dai documenti conservati presso l'Archivio di Stato di Verbania, avvenne l'«Atto di cessione di diritti di comproprietà e società, fatta dal Sig.r Omarini Antonio verso li propri fratelli Sig.i Omarini Carlo, Giuseppe, Giovanni e Luigi».
«Regnando S.M. Umberto I, per grazia di Dio e volontà della Nazione Re d'Italia, in una sala al pian terreno dell'Albergo delle Isole Borromee, al n. 29 di via Sempione in Stresa”, davanti al notaio Giuseppe Bono Lamberti, i fratelli Omarini si incontrarono per dividere un “ente ora in comunione” costituito da una lunga sequenza di proprietà e quote societarie, di cui alla interminabile serie di premesse che occupa le prime sei pagine del documento.



Questa proprietà in comunione “si costituisce dei seguenti Stabili colli relativi mobili, cioè: Nel Comune di Stresa: 1° Albergo delle Isole Borromee, mobigliato, colle sue dipendenze unite e staccate, compreso le case comperate da Ottolini Luigi e Giacomo Pollini, con terreni annessi, Scuderia Fantoni, serra e gazometro ecc. ecc., confinanti spiaggia del Lago a levante, mezzanotte Villa del Signor Cavaliere Boggiani e Villa Imperatori, a ponente Cav.re Boggiani, Pessina, Carlo Tadini, Eredi Visconti, Pietro Tadini e Zanone, a mezzogiorno pezzo di Strada comunale, Villa Carlo De Martini (nella foto sopra) , colla Strada di campagna e Strada Nazionale del Sempione, che traversa la proprietà.»
Decisamente una fotografia precisa dello stato di fatto dell'area al 1883.



L'assai consistente serie di beni in Stresa, Chignolo Verbano e Isola Bella veniva stimata in Lire 400.000 in quanto a stabili e Lire 100.000 per quanto riguardava i mobili. Proprio da questo patrimonio Antonio Omarini “prese le distanze”, manifestando l'intenzione di «ritirarsi dalla comunione e società, tanto civile che commerciale».
Venne pertanto liquidato con Lire 100.000; 80.000 per gli stabili e 20.000 per i mobili.
L'atto venne registrato in Arona il 6 Maggio 1883.



Intanto proseguiva incessante l’opera di promozione dell’albergo: i fratelli Omarini il 25 giugno 1884 incontrarono infatti a Milano al celebre Caffè degli Specchi del Rebecchino, nei pressi del Duomo, il rappresentante della ditta Haasenstein e Vogler, un'importante agenzia di pubblicità torinese.

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