Il progetto 150° Grand Hôtel des Iles Borromées & Mission
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Una storia è fatta non solo di grandi eventi, ma anche della vita quotidiana accaduta all’interno dell’albergo, così come delle vicende di Stresa e del Lago Maggiore, che l’attuale proprietà è chiamata a custodire, dove trovano spazio i nomi di dipendenti e ospiti illustri, lavori edilizi e artistici, inoltre la notevole ricerca sulle pagine di periodici dell’epoca, diligentemente “fotografati” per non essere dispersi.
La digitalizzazione e la pubblicazione online è la conclusione di un progetto lungo e complesso, iniziato nel 2011 e proseguito sino al 2018 con la stampa cartacea di due volumi dei tre previsti, per un totale di oltre 900 pagine. Un risultato che è stato frutto della volontà, dell’interessamento storico dell’attuale proprietà.
Il lavoro archivistico ha permesso di ricostruire le vicende del Borromées, mentre ora con il sito web, realizzato da Scenari S.r.l. di Stresa permetterà agli studiosi e ai semplici curiosi di navigare facilmente nell’immensa mole dell’archivio utilizzando diverse modalità di ricerca: in modo strutturato seguendo la sequenza delle serie archivistiche oppure in modo puntuale partendo dal nome di una persona, di una località, di un personaggio celebre.
In più, rispetto all’edizione cartacea, l’inventario online presenta numerose riproduzioni di documenti, tutti illustrati e spiegati con apposite didascalie. La parte iconografica e progettuale è stata riproposta dall’architetto Statilio Ubiali, grazie alla quale è possibile ripercorrere, anche visivamente, le vicende di abbellimento decorativo del Grand Hôtel nel corso di oltre 150 anni.
Nel 1989 il Borromées venne venduto dalla Ciga (Compagnia Italiana Grandi Alberghi) alla Sialm, tramite un conferimento di ramo d’azienda.
Il cambio di gestione e la nascita di una nuova società, indusse il venditore a prelevare tutta la documentazione cartacea presente in albergo e trasferirla in un magazzino, senza prestare attenzione al fatto che si trattasse di documenti contabili o reperti storici riguardanti la storia dell’albergo.
Nel 2013, in occasione del 150° anniversario dalla sua inaugurazione, l’attuale amministratore, Marco Padulazzi, pensò che fosse giunto il momento di ricostruire, per quanto possibile, la storia del Borromées, affidando l’incarico ad Andrea Lazzarini, storico e giornalista stresiano, autore di innumerevoli libri che raccontano Stresa e il Lago Maggiore nelle sue espressioni più significative e di una serie di volumi aziendali, che ripercorrono la "storytelling" di famiglie d'imprenditori e realtà aziendali quali la Lagostina.
«Ho sottoposto ad Andrea la mia idea: dal momento che l’albergo ha avuto nella sua lunga storia solo tre proprietari - la famiglia Omarini per cinquant'anni, la Compagnia Italiana Grandi Alberghi (CIGA) per settanta e la Società Italiana Alberghi Lago Maggiore (Sialm) per venticinque, - mi è parso normale racchiudere lo svolgimento dei fatti in tre volumi, ognuno espressione di una proprietà.
Lazzarini ha svolto un lavoro formidabile di ricerca di documentazione, spulciando archivi polverosi di redazioni di giornali locali e nazionali. Giorni e giorni passati alla ricerca di qualsiasi notizia riguardante il Borromées. Internet è stato di grande aiuto per il ritrovamento di cimeli e vecchie fotografie.
Il primo volume racconta l’epopea della famiglia Omarini che, con incredibile lungimiranza, aveva percepito le potenzialità della località turistica, nel solco tracciato dalle due persone che, a mio avviso, hanno maggiormente contribuito al successo planetario della nostra cittadina: Giacomo Filippo Bolongaro e la duchessa di Genova, Elisabetta di Sassonia. Bolongaro costruì un imponente palazzotto al centro di una località che viveva poveramente di pesca e modeste coltivazioni e Elisabetta che di passaggio da Stresa se ne innamorò e quel palazzotto trasformò in una corte reale, dove visse fino alla sua morte, conferendo eccezionale notorietà e visibilità internazionale. Sono certo che la presenza di Elisabetta spinse gli Omarini ad avviare un’impresa al limite del temerario, che, al contrario, si sarebbe dimostrata un successo incredibile.
Nel 1923 la famiglia Omarini cedette alla Compagnia Italiana Grandi Alberghi (CIGA) le azioni rappresentative della gestione del Grand Hôtel des Iles Borromées, dopo aver venduto allo stesso acquirente, alcuni anni prima, la proprietà immobiliare.
Si concludeva così l’epopea della famiglia stresiana che, con incredibile intuito e incurante del rischio, aveva fondato il nostro magico albergo e subentrava una società con interessi diffusi, presente sul territorio nazionale con i più bei nomi dell’Hôtellerie nel segmento del lusso.
Il secondo volume della nostra collana, ripercorre appunto i 67 anni di proprietà CIGA, fino al 1990 quando subentrò la SIALM, attuale proprietaria.
Questo libro, purtroppo, non ha lo stesso fascino e ricchezza di documentazione del primo volume. Infatti rintracciare informazioni e fotografie relative a tale periodo è stata una vera impresa.
Le cause risiedono nel fatto che col passare del tempo e con la nascita di numerose strutture alberghiere con livelli di servizio all’altezza del nostro Hôtel, il Borromèes perse l’interesse assiduo e dettagliato che la stampa gli aveva fino a quel momento riservato.
Come abbiamo anticipato, nel corso degli anni la documentazione storica, che ci avrebbe fatto molto comodo, è purtroppo andata distrutta o trasferita in qualche remoto magazzino della Compagnia.
E’ stato quasi impossibile, ad esempio, recuperare informazioni relative al periodo bellico e a quello immediatamente successivo nel quale l’albergo è stato, tra le altre cose, ospedale militare e sede di un casinò.
Siamo riusciti persino a rintracciare un soldato ancora vivente, che fu ricoverato in convalescenza al Borromées, ma l’età avanzata e la memoria debole hanno impedito di acquisire notizie più approfondite. Peccato, perché chissà quante storie curiose avrebbe da raccontare il nostro albergo di questo periodo così anomalo della sua storia.
Tuttavia, rimanendo fedeli all’incarico che ci siamo assegnati all’inizio di questa impresa, vale a dire la predisposizione di un documento storico a futura memoria, abbiamo deciso di stampare comunque il secondo volume, spesso ridotto a una sequenza di avvenimenti priva di reale contestualizzazione, consapevoli che la lettura probabilmente sarà meno appassionante del precedente, ma sicuramente di uguale valore storico.
Il mio desiderio, che l’autore ha perfettamente sviluppato, era rivolto ad una ricerca storica di documentazione di qualsiasi genere, che rimanesse impressa nel tempo.
Abbiamo raccolto circa 70.000 documenti. Naturalmente solo una piccola parte di essi ha trovato spazio nel nostro libro, che è volutamente ricco di fotografie, ma progressivamente il materiale storico verrà pubblicato su questo sito.
Difficile immaginare il lungolago di Stresa senza il Borromées nel futuro: grazie al nostro lavoro, chiunque si trovasse a condurre la gestione avrà a disposizione alcuni libri che ne raccontano la storia plurisecolare.
Il Grand Hôtel des Iles Borromées è una proprietà magnifica: io l’ho amato con tutto il mio cuore. Considero un privilegio unico e una fortuna incommensurabile averne retto le sorti dal 1990 ad oggi».
«Consideriamo la proprietà del Grand Hôtel des Iles Borromées non come un privilegio personale, ma come una responsabilità per la trasmissione di una eredità costituita di vicende legate all'ospitalità, competenze e conoscenze che devono essere alimentate nel tempo, attraverso le generazioni che verranno e gli imprenditori alberghieri che gestiranno l'albergo».(Marco Padulazzi - Amministratore Delegato)