1884-1894: guide,law-tennis e telegrafo - Archivio storico Grand Hôtel des Iles Borromées - Stresa (VB)

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Grand Hôtel des Iles
Borromées
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1884-1894: guide,law-tennis e telegrafo

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Guide, law-tennis
telegrafo e visite reali

 
L'albergo nel 1884 si era intanto dotato di campi da gioco per il lawn-tennis (praticato sull’erba, nato ufficialmente in Inghilterra nel 1874, sulle orme della pallacorda) e per il croquet, segni di una clientela internazionale sempre più raffinata ed esigente.
Il canonico aronese Luigi Boniforti, nella sua guida “Per Laghi e Monti” (1885-86), illustrava itinerari in Svizzera e sul Lago Maggiore e ricordava gli alberghi di Stresa: «Al crescente concorso de' forestieri non mancano degni e bastevoli ospizi. Primeggiavi il già nominato Hôtel des Îles Borromées, che i fratelli Omarini fondarono nel 1863, e continuano a condurre con rara intelligenza e meritata fortuna. Questo grande edifizio a cinque piani, in mezzo a vasto giardino, con superbo deliziosissimo terrazzo di fronte al più bel panorama del lago; il vicino comprimario Hôtel Milan, l'Albergo Reale, l'Italia e il S.Gottardo, offrono ad ogni classe di viaggiatori tali agiatezze e conforti, che il gusto e la borsa di tutti ne possono essere facilmente soddisfatti.
Commercio: In bella gara gli abitanti di Stresa, che sono di svegliato ingegno e d'indole intraprendente, s'industriano a rabbellire le loro abitazioni, a rifornire di buone merci i negozi, a perfezionare i prodotti delle loro officine. E meritano distinta menzione le premiate ditte dei Bolongaro Pisani e Pietro Bolongaro, per le specialità di confetti e liquori che vi preparano; l'officina meccanica di Moise e C., lo studio fotografico di C. Bacmester, gli orti botanici di A. Cantamessa e di Deulcke e Monza».
Scorrendo le annotazioni del settimanale “La Voce”, nel  luglio del 1886 ritroviamo anche notizie curiose: «un funestissimo avvenimento nella sera di domenica scorsa. La gentile signora Rivolta, milanese, si recava su un asinello ed in lieta comitiva all'Alpe dell'Ambrosini. Giunto davanti alla Villa del Prefetto Basile, ad un tratto, non si sa per qual causa, la cavalcatura s'impennò per modo che la povera signora cadeva di sella fratturandosi una gamba. Ricoverata tosto nel vicino albergo dei fratelli Omarini, ebbe dal medico Magenta i primi soccorsi, e in seguito il raccomodamento e bendaggio della gamba. La disgrazia, come vi potete immaginare, ha commosso dolorosamente il paese».
Di altro tenore la notizia, qualche settimana più tardi, relativa ad una serie di multe agli alberghi di Stresa, per la mancata tenuta del registro dei viaggiatori: «Albergatori in querela – L'ufficio locale di P.S. ha proceduto in questi giorni ad una ispezione presso gli alberghi e le locande cittadine per indagare se vi si teneva, e in conformità di legge, il registro dei viaggiatori. E siccome ne ha trovato pochini in regola, così ha denunziato parecchi esercenti all'autorità giudiziaria come contravventori, per l'applicazione delle comminate ammende. Ignorantia legis, con quel che segue».



La Voce” il 31 agosto 1887 annunciava l'arrivo di ospiti illustri a Stresa: «La sera di lunedì scorso, provenienti dal castello di Moncalieri, arrivarono qui, e furono accolte festosamente, la Principessa Clotilde, moglie del Principe Bonaparte, e sua figlia Letizia. Sono ospiti della Duchessa di Genova, madre, che era andata a riceverle alla stazione di Arona, per assieme condurle qui in vettura.


Verso la metà del prossimo settembre, giungeranno dalla Baviera, ove presentemente si trovano presso quella famiglia reale, il Duca di Genova colla giovane sua consorte, per godere del solito soggiorno autunnale in questo suo elegante villino da poco costrutto. Si spera poi, che anche la nostra graziosa Regina, col simpatico Principe ereditario, prima di lasciare la residenza di Monza per quella di Roma, verrà a Stresa a visitare l'angusta di lei Madre; e questa popolazione si prepara a rinnovarle le festose accoglienze degli scorsi anni. Le ville e gli alberghi rigurgitano di forestieri, i quali sempre più trovano questo soggiorno quanto mai salubre ed incantevole».


Sempre nel 1887, conservata ancora alla Biblioteca Civica di Verbania, la Guida “Lacs de Lugano, Como, Maggiore, Garda & Iseo”, pubblicata dalla tipografia Chiattone di Milano, presentava ai lettori una pagina di réclame, com'era definita a quei tempi, dell'Hôtel: «Stresa, sulla via del Sempione. Grand Hôtel et Pension des Îles Borromées, dei Fratelli Omarini proprietari. Stabilimento di primo ordine, costrutto sullo stile dei maggiori alberghi svizzeri. Esso è il più vicino alle Isole Borromee, di prospetto al maggior golfo del Lago e sulla via più comoda al Motterone.
Grandioso parco, con acque di sorgente. Servizio religioso di rito inglese, e telegrafo in casa. Caloriferi e illuminazione a gaz. Vetture particolari per escursioni e lunghi viaggi. I medesimi Fratelli Omarini tengono l'Albergo del Delfino nell'Isola Bella (con caffè ristorante e giardino, pranzi a prezzo fissi e alla carta – come ribadito in una ulteriore mezza pagina pubblicitaria - ndr)».
Scopriamo così come promuovevano l'albergo i fratelli Omarini e i punti di forza di quello “stabilimento di primo ordine”, edificato seguendo i dettami architettonici degli alberghi elvetici, punto di riferimento in Europa per quanto riguardava l'ospitalità.
L'agenzia di pubblicità era la Orell, Füssli & Co.di Bellinzona, tipografia nata nel XVI secolo e ancor oggi leader elvetica.

La Guida “Intra e i suoi dintorni – Guida Indirizzo del Commercio e delle Industrie”, venne invece stampata dalla premiata tipografia Bertolotti Paolo & C., nelle edizioni del 1884 e del 1887 pubblicò una splendida descrizione del Borromées, “pieno zeppo di illustri personaggi”: «Grande Albergo delle Isole Borromee. Oltre l'antico Albergo Reale di fresco restaurato, e i nuovi detti di Milano e del Sempione, più o meno eleganti, uno stabilimento di primo ordine, sotto l'indicato nome, è sorto qui dal 1863, e in breve volger di tempo si acquistò tal fama che il concorso a questo lido d'ogni classe di viaggiatori sì esteri che nazionali, per godervi la vita in sì confortevole ospizio, si è fatto invero straordinario. Al collegio de' Rosminiani, alla villa ducale, e principalmente all'erezione di questo albergo che regge al paragone coi primarii della Svizzera, Stresa va debitrice del suo civile e commerciale incremento.
Ogni volta ch'io passo innanzi a questo grande albergo, (scrive un frequentatore del luogo) pieno zeppo d'illustri personaggi, e ne veggo alcuni passeggiare estatici al cospetto di questo caro sorriso della creazione, di cui non sanno saziarsi, ed altri con libro o con matita in mano, e la riva stipata di eleganti gondole, il cortile di ricchi cocchi, e i vicini luoghi occupati da cocchieri e barcajuoli, i quali nel più rispettoso contegno attendono i cenni di chi ama valersi dell'opera loro, io mi sento trasecolare; parmi di assistere alle favolose magnificenze delle antiche corti asiatiche”. Lo conducono i fratelli Omarini, proprietari della casa e conduttori di un altro albergo nell'isola Bella; essi ben si meritano la riconoscenza dei laghisti, e la simpatia del numeroso concorso de' forestieri».



La “Gazzetta del Piemonte” del 10 settembre 1888, riportava invece il seguente articolo: “Dal lago Maggiore”. «Benché il tempo continui a turbare e le persone e le campagne colla sua incostanza, queste sponde sono frequentate da numerose famiglie che dalle grandi città si dilettano delle bellezze del nostro lago. Stresa, Belgirate, Baveno, Pallanza, sono gremite di distinti personaggi e di eleganti signore che trovano spasso e divertimento colle passeggiate nei dintorni, colle festicciole che si ripetono or nell'una or nell'altra villa. Gli Hôtels fanno affaroni coi forestieri. Ed invero anche la più calda fantasia non può immaginare la bellezza di una veduta dal Motterone, o da Miazzina, o da Premeno, o dall'alpe di Gignese; non in altri luoghi si può mirare lo spettacolo del sorgere del sole come alla montagna di Laveno, né un vespero come in queste sere verso il Monte Rosa. Ed i buongustai ne fanno tesoro in ogni occasione.
Stresa: questa nostra piccola cittadina va sempre ogni giorno abbellendosi sia al di fuori che all'interno. Si deve all'ardita opera di un'infaticabile industriale, il signor Bolongaro Vittore, se si potè avere un caffè grandioso e stesse alla pari colla ricchezza degli Hôtels, principalmente del Des Îles Borromées. Proprio dinanzi all'Imbarcadero, in un vasto palazzo elevato a più piani, aprì un magnifico salone ad uso caffè, scortato di ogni comodità. Ricco ed elegante l'addobbo, spazioso il locale in cui si perde l'eccellente bigliardo, posto in modo che tutti vi possano assistere; di grande effetto una veduta di Macugnaga ritratta dal pittore Asthon. All'esterno un ampio peristillo coperto da una grande tettoja e circondato da numerose piante».


Ma ritorniamo ai documenti d'archivio.
Il primo Impianto Catastale riguardante «Omarini Carlo, Giuseppe, Giò, Luigi fu Carlo», venne redatto nel 1888.
Si trattava della prima registrazione ufficiale del corpo di immobili dell’epoca, ovvero della presa in carico da parte del Catasto Unico Italiano riformato (istituito nel 1886): tale “inizio” delle registrazioni va sotto il nome di “impianto” (o stato di fatto al 1888).
I registri catastali sono impostati a “Partite” (la partita è il documento in cui dovrebbero essere elencate in Catasto tutte le unità immobiliari possedute dalla stessa "ditta catastale": cittadino, società, consorzio, etc.), con una prima parte di “Carico” dell’immobile – ovvero la sua provenienza – e una seconda di “Scarico”, ovvero lo stato presente oppure la destinazione.
Il complesso degli immobili dei fratelli Omarini era dato come situato in “Via Sempione” ed era così descritto: «Grande Albergo Isole Borromee - con parco, condotta d’acqua, cortile e ghiacciaia e giardino”, - di 5 piani fuori terra e 2 sotterranei, per un totale di 79 vani.
Al corpo principale si aggiungevano:
- una “Palazzina con chiesa già ad uso Caffè”, di 2 piani fuori terra e uno sotterraneo;
- una “Palazzina con stalla e fienile”, sempre di 2 piani fuori terra e uno sotterraneo
- una “Casa per le persone di servizio, con scuderia, fienile e cortile”, di 2 piani fuori terra
- una “Casa ad uso ufficio telegrafico”, di 2 piani fuori terra
- una “Casa con portico, stalla, scuderia e fienile”, di 2 piani fuori terra
- un “Casino civile, due porticati, tre rimesse cortile giardino e serra dei fiori”, ancora di 2 piani fuori terra».
All’atto dell’impianto, si parlava già di un avvenuto ampliamento.

Lo “scarico”, in realtà descrizione di uno stato di fatto permanente, veniva effettuato ai “Detti di contro” - ovvero agli intestatari della partita stessa, ormai i soli Carlo, Giuseppe, Giovanni e Luigi, unici firmatari d’ora in poi degli atti societari – relativamente al Grand Hôtel.
Sempre in quel 1888, da annotare che nei saloni del Des Îles Borromées si conclusero le manifestazioni per l'inaugurazione della ferrovia Novara-Domodossola, nell'ottobre 1888, così come avvenne poi nel 1905 per festeggiare l'inaugurazione del tratto Arona-Domodossola. Un anno più tardi, il 19 maggio 1906, venne festeggiata al Borromées anche l'inaugurazione del traforo del Sempione.



Nel 1888, Stéphen Liegeard inventò il nome "Côte d’Azur". Villeggiare nelle celebri città della Costa Azzurra si trasformò così nell'appuntamento immancabile e ricercato dell'élite mondiale; durante l'inverno e successivamente anche in estate.  
Palazzi e grandi alberghi ricordano ancor oggi quel lusso e quelle vacanze d'elite. I lungomare - la Croisette a Cannes, la Promenade des Anglais a Nizza, la Promenade du Soleil a Mentone - hanno conservato questo susseguirsi di edifici sontuosi, che costituirono un teatro per l'intensa vita mondana.

Possiamo quasi considerarli un piccolo angolo di Russia; infatti alla fine del XIX secolo, la comunità russa si diede convegno su quella Costa, fra Cannes e Mentone. Zar, Imperatrici, Granduchi, aristocratici e scrittori scrissero in questa regione alcune pagine della loro dorata esistenza, sino alla Rivoluzione, che spazzerà via tutto. Una delle tappe d'elezione, prima di raggiungere la riviera, era costituita dal lago Maggiore e soprattutto Stresa.


Sempre per ricordare quel clima di feste e di vita spensierata, sul giornale “La Vedetta”, pubblicato dalla Tipografia Intrese, veniva riportato il seguente articolo, intitolato “Le Regate e le Feste indette dal Rowing Club Verbano nel settembre 1889”.  
«Le Regate e le Feste di Stresa, indette dalla Sezione Verbano del Rowing Club Italiano, attirarono in Stresa un numero stragrande di forestieri.
Sabato si inaugurarono le regate con un bellissimo tempo: assisteva la Duchessa di Genova madre col figlio il Duca Tommaso. Facevano gli onori di casa il conte Brunetta ed il conte Villanova.
Le gare procedettero animatissime ed interessanti: furono un trionfo per le Società Torinesi, che si guadagnarono tutti i premi.
Alla sera una festa veneziana è riuscita bene: molte barche illuminate, concerti musicali sui barconi, barche e fuochi artificiali sull'acqua assai ben riusciti.
Alla domenica il concorso fu veramente straordinario: pieni gli alberghi, le vie, le piazze, la riva; ed ogni battello che approdava a Stresa riversava ancora forestieri ad ondate: affollati i palchi, pieno il lago di imbarcazioni d'ogni sorta, dal grandioso Verbano all'Idroveloce Diatto.
Le regate furono però verso le 5 disturbate da un vero turbine, che sollevatosi quasi improvvisamente, obbligò ad un fuggi fuggi generale: sospese le regate e impedì l'illuminazione del bacino. Gli alberghi, le osterie, i caffè invasi da una folla affamata e che cercava riparo ai nembi di polvere ed alle raffiche indiavolate dell'iracondo Eolo.
Non potendo i battelli a vapore approdare a Stresa, grande quantità di forestieri dovette alloggiarsi a passar la notte alla meglio nei caffè, persino nei fienili ed anche... al pallido chiaror che vien dagli astri d'or.
La terza giornata fu allietata dalla presenza di S.M. la Regina. Dopo le regate, alle 8 di sera, ebbe luogo all'Hôtel des Îles Borromées un pranzo di cento coperti, che procedette fra la massima cordialità ed animazione.
Il ballo che gli tenne dietro lasciò un poco a desiderare per scarsità di sesso gentile. Ma la nota più degna sono gli stucchi e i saloni dell’Hôtel che ospita sempre riuscitissime manifestazioni.



Sempre “La Vedetta”, il 14 settembre 1889 pubblicò la notizia: «...“Corrispondenze. Per le regate di campionato e feste di Stresa 14, 15 e 16 settembre 1889.”
Posti numerati per assistere alle regate nel padiglione posto nel giardino dell’Hôtel des Îles Borromées: L. 5 - Biglietti pel piroscafo Verbano ancorato di fronte al padiglione: L. 3 -
Posti numerati nel padiglione del giardino dell’Hôtel des Îles Borromées per assistere alla festa veneziana e fuochi artificiali che avranno luogo la sera di sabato 14: L. 3 -
I biglietti si possono anche acquistare prima dell’ora delle regate o della festa e fuochi artificiali sul lago alla segreteria della Sezione Verbano R.C.I. in Stresa.
Tanto nel padiglione come sul piroscafo Verbano funzionerà il totalizzatore.
Due giorni prima delle regate sarà posto in vendita il programma colle iscrizioni delle singole corse e col regolamento del totalizzatore.
Di già 11 società canottieri risposero all’invito rivoltole dalla nostra Sezione: tutte vi saranno rappresentate e speriamo che buona parte di esse manderanno pure i loro equipaggi a disputarsi sulle acque del Verbano il campionato del canottaggio italiano.
Le società Torino, di cui 3 certamente prenderanno parte alla gara della Coppa della Regina, interverranno in numero più di 200».

La Guida “Per Laghi e Monti” di Luigi Boniforti del 1890 pubblicò invece una descrizione entusiastica dell'albergo, inoltre alcune pubblicità interessanti: nella pagina del Borromées, lo indicava come “Grand Hôtel  et Pension des Iles Borromées”, introducendo per la prima volta il termine “pension”.  
«C'est le plus voisin des Iles Borromées, situè en face du golfe le plus ètendu et le plus beau de Lac majeur sur la route carossable au Mottarone.
Vaste parc, eau de source, service religieux et telegraphe dans la Maison, caloriferes et gaz, voitures pour excursions et longues voyages au Simplon. Etablissement de I.er ordre.
Ascenseur hydraulique. Les memes Freres Omarini tiennent l'Hôtel du Dauphin dans l'Isola Bella».

Sempre nella stessa guida, interessanti le pubblicità di alcuni alberghi: ad esempio, l'Hôtel Milan, «avec jardin au bord du lac, restauré et agrandi, ouvert toute l'année. Vis-à-vis des Iles Borromées tout près du débarcadère des bateaux à vapeur.
- Albergo Italia, con ristorante, nella medesima situazione. Prezzi moderati. Frères Bellini, propriétaires des Hôtel  Milan et Albergo d'Italia».
L'Albergo San Gottardo, con pensione, dei fratelli Costa, era invece segnalato per la «casa nuovamente fabbricata per albergo, nel mezzo di un ombroso giardino. Pensione da L.5 a 6 tutto compreso. Camere da L. 1,50 in più.
Ristorante a tutte le ore. Si raccomanda ai forastieri per la modicità dei prezzi.

Sul lungolago si ritrovava anche la “Trattoria della Speranza”, con «cucina sceltissima, prezzi moderati, con alloggio e pensione, tenuta da Ottolini Andrea, servizio inappuntabile, vetture e stallazzo». Qualche anno più tardi l'attività venne rilevata da Pietro Padulazzi.
Intanto, nello stesso periodo proseguiva l'attività febbrile del Grand Hôtel Borromées.


Il 23 settembre 1891 la “Gazzetta del Piemonte” riportò infatti  il seguente articolo «Posso assicurare che il soggiorno in questa città dei Reali di Romania torna loro assai gradito di guisa che sembra che si prolungherà alquanto.
La regina di giorno in giorno sente miglioramento e si compiace assai del bel cielo e della quiete aura di questi giorni. Nell'Hôtel si trova nel modo più soddisfacente e, circondata dalle più attente cure, sente un progressivo rinforzo; anzi mi consta che tentò felicemente di passeggiare nel vasto appartamento.
Il servizio fornito dal Grand Hôtel è accuratissimo, vi sorveglia di persona il sig. Giorgio Seyschab che, non per volgare réclame, ma per vero merito, giustamente riceve adeguati encomii. L'ordine e la quiete sono perfettissimi, nonostante la numerosa folla di forestieri che popolano l'albergo.
Imperocchè di questi giorni l'affluenza è stragrande, anche negli altri grandi Hôtels, inquantochè e nazionali e stranieri accorrono a godere delle belle giornate, attratti anche dalla presenza dei sovrani. Il re scende volentieri a passeggiare sul lago e nei dintorni dappertutto salutato cortesemente».


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